martedì 12 luglio 2011

Il bugiardino, o biglietto d'auguri. E da visita.

Rita Alla

Il Bugiardino sorvola sui difetti, volevo dire sugli effetti indesiderati. Il suo unico scopo è quello di esaltare i pregi del farmaco salvavita per eccellenza: noi, la tua famiglia. Un farmaco che preso a piccole dosi allunga la vita. Altrimenti te la rovina, la vita. Perché il bugiardino si chiama così, è presto detto. Non perché dice delle vere e proprie "bugie", ma solo piccole "bugie". O meglio, omette informazioni importanti, compromettenti. Non per il gusto di mentire, ma della scoperta di uno dei principali misteri della fede... nella famiglia. Che si presenta a casa, senza chiedersi prima se fosse o no orario di visita. E ora a noi, "mani di fata". I nomi sono quelli che ci ha dato Canchecco, il tuo fratellino. Se senti uno squillo al telefono della mamma, quello è zio Tac(il fidanzato di zia Ale). Che tra un fatto e l'altro, tra una partita della Roma e una giocata alla Snai, troverà sempre il tempo di "spararla grossa". Ma da sola non ti lascerà, geloso com'è. Non da solo ti prenderà in giro, ma insieme a zio Siviano nei momenti liberi. Che la sua passione, le donne, richiede tempo e dedizione. Ma in guardia ti metterà dal genere maschile, in fatto di donne se ne intende. Ma prima di arrivare alla fine della storia, ti toccherà passare da zia Iaia(fidanzata da sempre con zio Ciro, freschi sposini). Così che al primo appuntamento, una fotomodella sembrerai: ai trucchi, e parrucco, di zia Iaia, lui resister non potrà. E quando sarà arrivato il momento di lasciarlo, libero, altro non ti resta che fare il punto erre della situazione con zia Ita, carta e penna alla mano. Per finire da zia Tatta, e a quella tanika di idee che si ritrova, che troverà un rimedio a tutto, frugando nel suo scatolone fabbriccone. Il divertimento è assicurato, e c'è n'è per tutti i gusti. Ma se al cinema vuoi andare, un libro vuoi comprare o alla moda vuoi sembrare, dagli ziii devi andare. Per non restare a mani vuote, il giro devi fare. Prima da uno e poi dall'altro devi passare, loro son 4 come i quattro moschettieri e si chiamano: zia Tore e zio Gigino, Zia Chetta e zia Maio. Ecco, noi siam fatti così. A te la scelta: scappa ora o mai più. Poche le istruzioni per l'uso, famiglia allargata da maneggiare con cautela. Che crea (in)dipendenza. Tra le controindicazioni ricorrenti, il rigetto o l'isolamento. Ma passa, basta non agitarci bene, prima dell'uso: siamo già agitati di nostro. E questo era solo il saluto di benvenuto, a modo nostro.

p.s. "Se fatti e persone dovessero sembrare reali, la colpa è tutta della realtà": Fuori registro, D. Starnone. Oppure " I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce": Le mani sulla città, F. Rosi. Ma questo è solo un bugiardino... d'auguri

La vita che non fa notizia: mi chiamo Claudia

Rita Alla

Mi chiamo Claudia, sono nata il 10 gennaio alle 23.41 e peso 3 chili e 740 grammi. Io e mamma stiamo bene, meno il mio fratellino che ha la febbre: ha preso freddo, così dicono i Grandi. Se volete la mia, anche se sono appena arrivata e ne so poco del mondo, la storia del colpo di freddo non regge. Sospetto che gli sia venuta per me, la febbre. Ma al momento non ho le prove. Quando arrivo a casa, vi farò sapere. É questione di giorni, secondo le teorie di mamma. Intanto ho conquistato il mio papà, è stato un gioco da ragazzi: è bastato uno sguardo e l'ho steso. Un alleato fa sempre comodo se le cose dovessero stare come penso io. Perché se così fosse, dovrò escogitare un piano per farmi spazio, quello il lettone non lo molla. E da sola non ce la posso fare, non ci arrivo al lettone. Non che non si facciano sogni d'oro a dormire da sola, ma è una questione di principio. La parità dei sessi comincia dalla culla. E allora dico addio ai sogni di gloria: l'indipendenza può aspettare. Alla prossima che è orario di visite e mi devo fare bella, per il mio papà.


p.s. Zia, mettiamo le cose in chiaro: se mi vuoi fare da addetto stampa in attesa che io impari a leggere e scrivere, lo fai a titolo gratuito. Io te l'ho detto, poi fai tu che la strada è in salita, dalla mia bocca escono solo suoni strani. Piango per fame o per sete, per fastidio o per sfogo, piango per dolore. Che non ho ancora visto un euro, solo vestiti. E nemmeno mi si abbottonano, non sono della taglia giusta. E se aspetto che una delle mie zie si trovi "un lavoro serio", con questa tanika di idee che vi ritrovate, arrivo direttamente alla pensione senza passare per il lavoro. Però mica male come idea, visti i tempi. Che "chi prima arriva, meglio alloggia".

Detto fatto, no smentito

Rita Alla

Invece di rincorrere le notizie. Tra smentite, precisazioni, corse sul posto per stare sopra, sotto e a lato della notizia. Una notizia per gioco, la notizia del giorno: un quadro da vedere. Nient'altro. Quadro: “Autoritratto come filosofo” di Salvator Rosa a Londra nella The National Gallery. Anche se sconosciuto ai più. E una frase: «Aut tace, Aut loquere meliora silentio», tipo «o taci o dici qualcosa che sia migliore del silenzio». 
Un quadro può fare notizia? A volte, sì. Ma forse sbaglio.

                                                                              .R

Ei fu il 23 gennaio 2010, quando dopo una giornata passata a rincorrere incidenti mortali al telefono che una volta arrivata sul posto per miracolo diventavano una non notizia, solo se muori fai notizia, se ti sei rotto una gamba... la prognosi son fatti tuoi. Allora nacque la mia rubrica, ma io ancora non lo sapevo. Già avere 500, 550 battute a ruota libera era tanto. Ma non per Ter... che prima di essere la mia redattrice al Territorio, il deus ex machina della pagina su Terracina e non solo, era ed è un'amica. Non per aver creato dal nulla la mia rubrica, sua l'idea del punto Erre come del nome, ma per i sorrisi gratis che mi ha regalato ogni giorno, più o meno alle tre... ad ogni telefonata di redazione. O per i cleenex ad asciugare qualche lacrima di troppo, come "i peli sullo stomaco"... una lunga storia, quella del "pelo sullo stomaco", che racconterò un'altra volta. Prima o poi.

Il triangolo dei Bermuda

Rita Alla

Il triangolo dei Bermuda


Il triangolo delle Bermude o delle Bermuda, detto anche “Limbo dei dispersi”, colpisce ancora. Ancora una volta lo specchio di mare a forma di triangolo, soprannominato “il triangolo maledetto” o “il triangolo del Diavolo”, si conferma una zona “maledetta”, un buco nero senza fondo. Che nella versione pontina diventa “un buco nero senza Fondi” preso di mira, il buco, mica il Comune, da attacchi di pirati senza scrupoli: “o la bug (leggi bæg) o il crack”, la versione aggiornata “made in Terracina” della vecchia minaccia dei rapinatori, novelli hacker, “o la borsa o la vita”. I dati non lasciano spazio ad interpretazioni dubbie, non si tratta di un mito, anche a notevoli distanze, “il triangolo maledetto” risucchia cose, fatti e persone. Provate a chiedere in giro, anzi no: ti rispondono che non sta succedendo nulla. La Prefettura tira dritto, e conferma che “alle 15.00 di lunedì 13 giugno il quorum è uscito dal radar, vittima delle correnti pontine e di flussi elettoral-televisivi magnetici”. Eh già: oggi il quorum, ieri (i) Fondi. Mentre in Italia, persino a Latina, l’onda lunga del cambiamento arriva e oltrepassa il 50 + 1, soglia minima affinché il referendum abrogativo sia valido, c’è una zona “maledetta”, impermeabile. Dove spira sì “un vento nuovo”, ma di forza uguale e contraria: “niente quorum a Sabaudia, Terracina e Fondi, rispettivamente ferme al 47%, 47,4 % e al 47,6 % in buona compagnia di altri 8 comuni del Sud pontino” (vedi la foto). Con buona pace dei “4 Sì”, che in fondo anche uno solo andava bene, no? Cose che capitano, sì nel “triangolo dei Bermuda” però, non certo “delle Bermuda”*. A meno che non abiti da queste parti, una provincia in controtendenza che fa la differenza, sempre. Anche se da una parte abbiamo la centrale di Borgo sabotino  dall’altra quella del Garigliano; e se siamo già con l’Acqua, di Latina, alla gola è per colpa di un “illegittimo impedimento” a sbloccare Fondi europei. Così mentre il cittadino sta con l’acqua(di Latina) alla gola, la partecipazione della società civile, morta cammin facendo eccezion fatta per Aprilia, naviga in cattive acque. Da queste parti, il quorum ha fatto un buco nell’acqua. E il vento del cambiamento che, da Milano a Napoli, sveglia l’Italia dal torpore, dall’indifferenza sorvola la Provincia di Latina che a causa delle correnti calde con epicentro nel “triangolo dei bermuda”, Sabaudia, Terracina, Fondi, resiste, a oltranza. E più che un esempio da seguire, si conferma un caso da studiare… se vince con percentuali bulgare le amministrative e risucchia il quorum con buona pace di De Coubertin e il suo “l’importante è partecipare”. L’Italia s’è desta, forse. La Provincia di Latina un po’ meno. E prepara l’attacco al quorum, alza i confini della “linea Gustav” e si lancia alla conquista della Regione, delle Province. L’aveva detto Tomasi di Lampedusa:  “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna cambiare tutto”. Prendila con filosofia, mi dice un amico, in fondo Gandhi diceva che “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.” Sì, ma quando? Io, intanto, v(u)oto, il sacco.

*Da non confondere i due triangoli: il primo è un tipico pantalone corto la cui lunghezza arriva più o meno sulle ginocchia in uso tra “i tipi da spiaggia”; il secondo è uno specchio di mare nell’oceano Atlantico tra Porto Rico, la Florida e l’arcipelago delle Bermuda.

                                                                                                                                   .R


Ei fu il 18 giugno 2011 e in Italia spirava un vento "nuovo" complice l'elezione di Pisapia e De Magistris rispettivamente a Sindaco di Milano e Napoli,(per farla breve) e soprattutto del raggiungimento del quorum ai quattro referendum (era dal 1997 che i referendum andavano deserti tanto per dare la misura. Ma non da queste parti, in Provincia di Latina dove a conferma di quanto successo due settimane prima, alle elezioni amministrative sia a Latina che a Terracina rivincono "i soliti noti... " o oppure? (la rima mi sfugge...), di quorum nemmeno a parlarne.