giovedì 21 luglio 2011

La volta buona, forse

Rita Alla


Il giorno della Prima
Tutti in piedi, entra la corte. No, il Sindaco e la giunta Procaccini. “Applausi”, a scena aperta. E un pubblico delle grandi occasioni assiste alla Prima uscita ufficiale: solo posti in piedi. Gli unici posti a sedere rimasti, esauriti platea e balconata, sono le poltrone, di casa. Che la seduta di consiglio la danno in diretta con commento prima, durante e dopo incluso nel pacchetto. Orologio alla mano, di marca svizzera segno dei tempi che cambiano, inizia con solo qualche minuto di ritardo, anche se in ritardo di qualche anno: dieci anni, per la precisione. Parte, per forza di cose che lo si dica o no, che lo si ammetta o meno, dal 2001, dalla sconfitta, al ballottaggio, del giudice Procaccini (il Padre), la vittoria di Nicola Procaccini: una lunga rincorsa. Una (ri)vincita costruita nel tempo, a mente fredda, senza lasciare nulla al caso. Programmato per vincere. No, nato con la camicia, bianca: una divisa, il segno distintivo. Due le occasioni perse, il 2001 e il blitz del 2006 strenuo tentativo di cambiare in corsa il cavallo da corsa. Anche allora Stefano Nardi la spuntò. La volta buona, il 2011: vietato sbagliare. Facile, fin troppo ovvio, che nel Nardi vs Procaccini del 2001 risieda la Madre, è proprio il caso di dire, di tutte le ragioni di una vittoria che vale una vita, di una famiglia. Se della città, se per la città, si vedrà. Quasi una “mission” da compiere: la Rinascita della città, dopo gli anni bui... 2001-2011: odissea nello spazio. Ora "si torna casa". Del resto la storia è maestra di vita: dopo il Medioevo, viene il Rinascimento, terracinese s'intende. E speriamo che, dopo la generazione dei Giotto, quello dell'O per capirci, che nella versione terracinese è diventata “la generazione di quelli che non sapevano fare nemmeno la O con il bicchiere”, i Leonardo e Donatello, Michelangelo e Raffello, Botticelli e Beato Angelico, etc.. si mettano d'impegno, e superino le prove. Di un percorso in salita, a metà tra una corsa ad ostacoli e un salto nel buio: no, non siamo a giochi senza frontiere. Ma a Terraci...landia, dove "niente, ma proprio niente, è come appare". Via, si parte e che la Madonna ci accompagni. 
“Mammo', tu di sto passo rischi la scomunica”, mi fa notare l'inguaribile guastafeste. Al che, visto che l'idea non è venuta a me, gli suggerisco una lettura, dal Blog del Sindaco: la Sacra Bibbia on-line in presa diretta dal Comune. Invece dei versetti, la ricerca è per comunicati e conferenze, stampa. Ma anche questa, come l'altra di Bibbia, è divisa in due libri: l'Antico testamento o Vecchia alleanza, prima della venuta del Figlio del Padre, e il Nuovo testamento o Nuova alleanza, dopo l'avvento del Figlio di Maria. Cicli e ricicli, più che corsi e ricorsi storici. Fatto sta che si respira un'area nuova, quasi un “vento nuovo”. L'hanno detto anche in televisione che si fa la rivoluzione, dolce però. Al che, l'opposizione si è messa tranquilla: se è la stessa che teorizzava Veltroni nel 2008, è un fuoco di paglia. Chiedete al Pd, se sono andati lontano. “Sì, lo so – risponderei al rimprovero del prof. dai banchi, se stessimo a scuola - sto andando fuori tema." Solo ai consigliere è permesso andare a ruota libera: chiamasi licenza poe(li)tica, quella cosa che ti consente quando stai parlando del nulla, che vuoi che ti dica uno il primo giorno di scuola se non programmi?, di parlare d'altro, a casaccio. Un po' come sparare nel mucchio, a chi tocca s'arroscia. Si salvi chi può, nessuno escluso: il bersaglio è mobile. Che cambiare idea è sintomo di intelligenza, mica d'altro. E se poi tutti sanno che “qualcuno era comunista”, veramente più di qualcuno era qualcos'altro, il QI (test quoziente intellettivo) raggiunge le stelle, dalle stalle alle stelle e viceversa . Che, mentre in aula fa l'ingresso ufficiale il bon ton, insieme all'arcobaleno di cravatte, i consiglieri vestiti di tutto punto si sforzano di parlare una nuova lingua: l'Inglese. Abbiamo un Gap da colmare, pure in fretta: “l'altra metà del cielo” presente tra il pubblico, le cosi dette “quote rosa” sulla bocca di tutti, non aspetta. E si avvia all'uscita, stanca di “parole, parole, parole, parole tra voi”. Una boccata d'aria fresca è quel che ci vuole. Il finale lo scriverà qualcun altro. Che "questo paese è troppo bello per andare via, speriamo bene... ”, sussurra il padre ad Ingrid andando via.

I piccoli dettagli
Ei fu il 18 giugno 2011 e se c'era il trucco, il giorno della prima non si vedeva. A fare la differenza, solo "piccoli dettagli”: un divano, due fiori e la sala d'attesa è servita; dove prima si fumava tanto... di cartello di divieto di fumo, attivo e passivo; una piantina del Comune (la guardo e la riguardo, non riesco a smettere: un colpo di fulmine) in caso di fuga, di notizie; un computer in aula e in prima fila la stampa; al posto di un Sindaco assente, un Sindaco presente, non solo a se stesso: fermo sul posto, carta e penna alla mano scrive, ascolta in silenzio e ribatte punto su punto, in replica. Eh già, “gli piace pensare di essere misurato sulle cose”, fatte e non dette. E quando inizierà non a dirle, ma a farle le cose, “le piccole cose”, troverà l'opposizione. Perché “bisogna che ci ricordiamo che questo impegno non è solo a fare grandi cose (e facciamole certo, se c'è possibile) ma è anche fare quotidianamente le piccole cose”*, quelle piccole cose che fanno la differenza tra il dire e il fare, tra il prima e il dopo. Ed in quel preciso momento, quando scatta l'applauso che "non volevi prendere", capirai che "il meglio deve ancora venire".

*Vittorio Bachelet, La fatica di tirare la carretta 

P.s. Strano a dirsi, non una lacrima, nemmeno di tristezza figurarsi di gioia, rigava il mio viso. Del pianto amaro non c'è traccia. Anzi. La fine di un incubo. Fuori di qui, da qui. Un sollievo non ritornare sui miei passi, affrettati. Di Notte, specialmente. Alla luce del sole, e non se ne parla più.

                                                                                                                .R