mercoledì 31 agosto 2011

EUREKA!!!

la musica, la chiave di volta... in volta!

 

Dove c'è musica, non ci può essere nulla di cattivo.
Miguel De Cervantes, Don Chisciotte, 1605/15

Ei fu che di ritorno daI giorni di Festa non una musica in testa a farmi compagnia, solo un silenzio assordante: "bella, ma senz'anima" LA MUSICA. Eppure "non può morire un'idea". Se "per è importante" poi... un altro invito ad una Festa, ma non la solita Festa. Una di Festa dove non giochi in casa, non una faccia amica. Quando, per caso (anche se "quando il caso ti sconvolge la vita, non è un caso") girovagando trovo la chiave, di lettura. Fra gli spazi, sopra o sotto il rigo, non è la solita SolFa, ma CLICK: tutta un'altra musica. E guai a pensare che sia "colpa del wisky", semmai tutta colpa della musica, in questo caso solo del Fimo. Non del Fumo. Open your mind, apri gli occhi: non vedi di che pasta son fatti i miei nuovi orecchini? Di Fimo, no? Che chicca!!!

La chiave di lettura

                                              .R

giovedì 25 agosto 2011

CLICK !!!


....il rumore della chiave, di volta.


Il vaso conferisce una forma al vuoto
e la musica al silenzio.
Georges Braque, Quaderni, 1917/47


mercoledì 24 agosto 2011

Il lunedì comincia sempre la domenica pomeriggio

...la vita non fa notizia, parte terza.

Agosto. Caldo, afa e umidità record. Fuori 37 ° gradi all'ombra, quasi 31 ° in casa. Non una pertubazione, né una nuvola in giro o un alito di vento. Ma è lunedì. E ZBAM,  qualcosa sbatte!! Che Eolo si sia svegliato o meglio abbia deciso di tornare dall'Africa? Non mi alzo. Poi cambio idea: OPS, OOOPS!!!
"E ora che faccio...", penso: MUMBLE, MUMBLE, E MUMBLE! 
L'unica cosa che dovrei fare, aprire la porta, non si può fare. Pertanto, mi prenderei a schiaffi. Alzo lo sguardo e incrocio quello di mio padre che non si spiega perché mai io stia davanti ad una porta chiusa, senza aprirla, visto l'aria che tira.
"Non si apre", anticipo la domanda.
"EMM?", mi guarda perplesso.
"No, è che c'è il quadro dietro...".
Alza gli occhi al cielo, in cerca di una risposta ad una domanda ricorrente: "ma perché non ti stai mai ferma?". 
Vagli a spiegare che stavolta non c'entro niente. Anche se mamma, da buona Sibilla, me l'aveva detto: "se aspetti ancora un pò, finisce che si rompe...".
Già. Inutile piangere sul latte macchiato, o versato: all'arrivo di mio fratello, la camera chiusa è la sua, mancano due ore. E io ce la posso fare. Di mamma e del suo arrivo, mi preoccuperò alla fine della storia, comunque vada: ho tempo fino alle 8, fa "la lunga".
A sangue freddo, tento l'impossibile: aprire la porta senza rompere il quadro comodamente adagiato sul retro. Fallisco. Ritento, armata di bastone per le tende. Che provo a far passare dall'alto in modo da far presa sul quadro in qualche modo, ma non ci arrivo. Prendo la scala, salgo e scopro che il bastone è corto, non lo vede proprio il quadro. Niente da fare. E il tempo stringe, ma la soluzione è dietro l'angolo: lo sento. Non la mia, ma la sua idea, di papà, si rivela vincente: forzare la porta. 
STAK, qualcosa di rompe. PATA PUM CRASH, e più di qualcosa si rompe e va in frantumi!!!
SIC(k)! SOB!! 
Tutto sommato è andata bene: non resta che raccogliere i cocci. E far sparire le tracce, i mille pezzi di vetro. Certo se l'avessi appeso quando l'ho tolto dalla parete per fare spazio all'ennesima libreria, invece di appoggiarlo dietro la porta della camera di mio fratello, ora vento d'Estate, io vado al mare, voi che fate?
Ma era LU, LU, LU nedì 22.  E Bubù... Settete: io il lunedì riposo. 
Perché mai? 
E me lo chiedi pure? 
Ma è chiaro, perché ne combino di ogni e/o mi capita la qualunque. 
Come quella volta che spensi la sveglia: "Tanto che mai potrà succedere, oggi è Lunedì*", pensai. Non solo, la spensi, ma una volta in piedi non accesi subito il telefono che... mai poteva succedere. Quando finalmente uscii e accesi il telefono: Bip, Bip, Bip e ancora Bip!!!
"Buongiorno, dimmi?", nel richiamare le telefonate perse.
"66 coltellate... un omicidio... passionale...via Badino... Terracina...Rai 1, Canale 5... ci sei?".
"Sì, arrivo", farfuglio. 
* "La corta", così si chiama il riposo settimanale in gergo giornalistico, in Estate era di Domenica, uguale per tutti. E al posto del quotidiano, il Lunedì usciva il Tam: la rivista del Territorio.


Il fattaccio


Nemmeno il caffè. Che prendo sul posto, fotosegnalata. 
Lo so cosa vi passa per la testa: "ma come sulla scena di un crimine, efferato per di più, pensi al caffè? Insensibile, per non dire crudele".
"No, è che ci si fa l'abitudine. Credetemi: io stesso facevo fatica a crederci, ma succede".
Ennesima scarica: FLASH, FLASH!!! 
E di BLA, BLA, BLA, BLA a ripetizione.








DRIN, DRIN: "no, la Nera", penso. Ma rispondo e scopro che la conferenza stampa è a Latina, al Comando dei Carabinieri: "salva", penso mentre tiro un sospiro di sollievo. "Vado via.. non scrivo io", spiego mentre saluto gli altri.
Non poteva essere: dei FATTI di CRONACA se ne occupano da Latina sempre o quasi. Se non che, quello sarebbero stato uno di quei rari giorni in cui l'eccezione conferma la regola del "quasi sempre", ma io non lo sapevo ancora. L'avrei scoperto di lì a poco, mentre avevo ripreso i miei "giri" per la pagina di Terracina, lo speciale era affar loro, della redazione.
DRIN, DRIN, DRINNN: Il caporedattore??? Che fa chiama? Invece che dopo le 5 p.m. un quarto all'1 sempre p.m.??? Che altro è successo"  nonostante i cattivi pensieri rispondo.
"Ri, mi ha chiamato il Direttore: facciamo due pagine di Speciale..."
"Ok, quindi si prende anche la pagina di Terracina...e io non scrivo: nessun problema"
"Ma che hai capito: no, scrivi le due pagine più la pagina di Terracina in condominio con Sabaudia. Poi ti chiama la Nera per le battute etc... ci sei?".
"Sì, ma avevo capito che l'omicidio Femiano non era affar mio..."
"E di chi? Non è successo a Terracina?"
"Sì, ma altre volte..."
"Lascia perdere le altre volte e pensa a cosa mettere in pagina".
Io(e la Nera) speriamo che me la cavo.

pag 3
pag 2





















E comunque questa era la cronaca di un altro dei miei lunedì: altro che il fidanzato parrucchiere, come diceva il Capo*, redattore s'intende, che non si spiegava i miei Lunedì di corta. 

                                                                                   . R

* Il Capo vero, il direttore s'intende, l'ho visto 3/4 volte. Parlato "vis a vis" 3, di volte. 
E sentito al telefono 2, sempre di volte. E 1, delle volte, mi ha chiamato di domenica per il lunedì che comincia sempre la domenica pomeriggio.

                                                                                                           .r

martedì 23 agosto 2011

Le mani in pasta

a)* + b)** = C***
 
  (...tutto tranne “gli Stabilo” e “i pezzenti”, ma a loro frega gnient'!)

a)* Episodio 1: Troppo tardi, per la collana di turno. Nemmeno il tempo di prenderla in braccio che un altro colpo è stato fatto. Da chi? Ma da chi se non da “Mani di fata” (mai soprannome fu più azzeccato anche se non nel senso che pensavo quando aveva solo pochi giorni)? Non ho ancora finito di difendere “gli Stabilo”  point and pen in lattina dal fratellino, questa la passione di Romolo, che già iniziamo un'altra storia: Brigida non ruba, men che mai colori. Ma afferra quel che le capita sotto tiro, preferibilmente bracciali, anelli e collane, e tira. Di solito, me la cavo distraendola in qualche modo. Altrimenti, causa forza maggiore, cedo sui bracciali più resistenti di collane e orecchini. Non sempre funziona però, ed è allora che va tutto in mille pezzi. E mentre raccolgo i mille pezzi sparsi dovunque, lei ride soddisfatta tra le braccia della mamma che accorre in mio aiuto.
b)** Episodio 2 :  
"Questa sera non andiamo in Piazza, ma al Borgo. Che fai "Szia Ita" vieni anche tu con noi?" 
" Ma sì, perché no...".
 Il necessario per un viaggio indietro nel tempo, non all'inferno c'è: biberon più di uno che non si sa mai la fame; pannolini, ciucci e bavagline a gogò; felpe, giubbotti, calzini e pigiama per qualsiasi tempo. Alla  "giustifica” ci penseremo domani, che essere accompagnati dai genitori quando hai solo 4 anni non vale, ma come a scuola quando fai un'assenza, anche quando non ti presenti a Piazza Garibaldi per giocare, c'è l'obbligo di giustificare l'assenza il giorno dopo. Invece che alla Preside alle altre mamme. Per i bambini una favola, una balla credibile, del perché oggi non si può andare a Piazza Garibaldi. Anche se la prima risposta è stato uno sguardo che ha tutta l'aria: “ma che storia è questa”, a seguire una valanga di “e perchè, e per come", alla fine capitolano: "e vabbè allora andiamo dove dici tu", mentre penseranno "non me la racconti mica giusta, mamma". Allora, solo allora un liberatorio sospiro di sollievo. Attenti però a non tradirvi, potrebbero non capire la vostra gioia irrefrenabile: facce affrante e dispiaciute, a tratti inconsolabili. La vostra gioia potrebbe insospettirli  facendogli sorgere dubbi, sotto forma di capricci, e addio al sogno di passare una serata diversa, lontano da Piazza Garibaldi.
"Per oggi siamo salvi, si parte. Tra mezz'ora ti passiamo a prendere". 
"Ok, poi mi spieghi come hai fatto a convincerlo...".

 Se non che arrivati a destinazione, sopravvissuti al viaggio in auto e alle loro mille storie, iniziano i guai: il grande, si fa per dire, ha sete, fame, sonno, gli scappa la pipì nel bel bezzo di un museo; la piccola piange disperata per fame, sete, sonno e anche perché contrariata di mettersi il pigiama che è ora di fare la nanna. Così per tutta la sera, a fasi alterne o all'unisono tanto per variare. Finché all'ennesimo capriccio, tra una bomba calda e un gelato fresco, vince la via del ritorno, a casa. Che è meglio. Tanto di ritornare indietro nel tempo a quando a Fossanova non andava in scena "il Medioevo in Festa”, ma era davvero tempo di cavalieri, dame, mangiaspade e cortei in un Borgo (ri)costruito “ad arte”, non se ne parla. Una volta in macchina scoppia la pace, dormono tutti. E mi ritornano in mente dei bracciali, un amore a prima vista senza tempo... ma per l'acquisto non c'è più tempo: l'avessi presi altro che tanto poi ripassiamo, sicuro. Beato/A me !!!
"Oh, domani torniamo a Piazza Garibaldi: non vi inventate niente". 
"Sì, che scherzi!"

p.s Brigida e Romolo sono nomi di fantasia, reali invece sono i guai che combinano i miei due nipoti.

I "pezzenti" nero su bianco
C*** Una foto come sempre parlerà da sola... di giorni passati a fare la Zia a tempo pieno, ma mai perso. Complice un amore senza tempo, che non passa, e dei "pezzenti", come li chiama mia madre i miei preziosi, orecchini, bracciali e collane, da "mettere insieme", trovo il rimedio. E riciclo da Tanika di idee

scarti dei "pezzenti"
+
"pezzenti" in esubero
+
pennello piatto
+
colla vinilica
+
carta da regalo
+
vernice trasparente, anche dello smalto per unghie andrà bene
=
"Pezzenti" nuovi di zecca, con gli avanzi
                                                                        .R

domenica 21 agosto 2011

C, F o G: trovo/a la chiave di volta... in volta


"Ho sempre fatto di testa mia, ho sempre fatto quello che sentivo di fare, dentro, in fondo al cuore. Questa è la libertà, il valore più grande, e per questo ideale io vado a morire, vado oltre. Sono un sognatore, un poeta, un idealista, un romantico, un eterno bambino che guarda il mondo senza paura, perché questa non esiste. Sono una persona complessa e semplice, aperta, ma difficile: chi mi è a fianco, chi mi ha scelto, sa che ho sempre avuto le idee chiare. So bene dove voglio arrivare e le scelte non sono mai dettate da altri, ma sempre da me, dalla mia logica, dalla mia follia. Ho sempre fatto fede alle mie forze, ai miei 60 chili, fragile, ma duro come la roccia, come il mio amore, la musica: amore incondizionato per tutto quello che suona nell’aria e che porta il bene, che fa stare bene, male, che fa sentire vivi. In nome di questo abbatto i pregiudizi, le barriere, i limiti, il potere e vado alla ricerca della felicità. la mia musica è libera come me. ringrazio chi mi sostiene, chi è con me, chi mi ha capito e voluto nel proprio cammino, attraverso le cuffie, le casse, i video, le parole. ringrazio chi guarda avanti con me e chi condivide l’amore partecipando. so che siete in tanti là fuori, ho visto i volti, sentito le voci durante un intero anno in tour, con voi. Ognuno è diverso, unico, e a tutti non si può piacere, non si deve, per questo io ho scelto,scelto di essere io, e chi è come me corra con me. la mia chiamata alle armi, allearmi per allearsi…. continuo il mio viaggio, continuerò".

                                                                                                               Nesli

28 SETTEMBRE 2010 – L’AMORE E’ QUI"

venerdì 19 agosto 2011

Notti da (s)ballo!!!

Scusi Signora, permette un ballo?” *
No, gli Amici se ne vanno e io non ho l'età per restare da sola in aula”.
Di già?”
Sa, ad una certa età quando si è fatta una certa ora all'ordine del giorno scatta la pennica ”.
Come darle torto, chi trova degli Amici trova un tesoro”.
Già, l'Amici(zia) non è altro che un nome...una garanzia!”.
Sa che ha proprio ragione. Si figuri che anche l'opposizione pÉr vera Amici(zia) abbandonerebbe l'aula rimandando tutto a domani”.
Che Amici e Amici, scusi eh. Ma sembra più il classico colpo di sonno”.
Dice?”.
Dico sì, li guardi: in aula non c'è nessuno. E i pochi rimasti fanno fatica a star svegli, quando gli occhi si chiudono nonostante tutto preferiscono cambiar posto, ai banchi una sedia: di spalle alla telecamera si dorme meglio. I più furbi escono dall'aula da (s)ballo con la scusa di un caffè e finiscono su un comodo divano, così che al momento giusto possono rientrare nella compagnia da (s)ballo, anche se arriveranno di corsa da dietro le quinte con Già la mano alzata...”
Che occhio, dalla platea poi: ci vuole occhio il giorno della Prima. E senza nemmeno aver assistito alle prove”.
Signora, in scena c'è solo una stanca replica di uno spettacolo Già visto, messo in piedi da presunti leader che da 20 anni siedono su quei banchi considerandosi intoccabili, nonostante le sconfitte sonore, le sviste clamorose, le strategie fallimentari: vecchi i protagonisti, vecchie le dinamiche, vecchie le motivazioni. Ora mi scusi, devo proprio lasciarla ai suoi Amici”.
Io... speriamo che me la cavo che gira che ti rigira sempre di Amici si parla: ieri, oggi e domani”.
"Ma b(p)alla da sola?", si lascia sfuggire lo sconosciuto mentre lascia l'Auditorium di piazza Municipio per una sera gran teatro-danza. 

* Dialogo tratto dai riassunti nel bel mezzo delle serate, puntate precedenti.

Già, svelato l'inganno


Ei fu infatti che tra la prima e la seconda, di puntate; tra l'inizio, dell'Azienda Speciale, e la fine, dell'Istituzione dei Servizi Sociali, dopo che le due avevano viaggiato in tandem, in coppia, la maggioranza Nardi all'ennesimo tentativo riuscì a scioglierne una, la prima, l'Istituzione: l'altra, l'Azienda protagonista della seconda puntata, era ormai capace di camminare da sola. Non senza l'Amici, già. Ma Grazie, prego, scusi se ce n'è qualcuno di troppo, di Già.

                                                                                 .R**

** Il punto erre di ritorno da "i giorni di Festa", ma questa è un'altra lunga storia . 
Di non amore. Che prima o poi racconterò. 
Eppure qualcosa mi dice che l'ho già sentita. Addirittura mi sembra di averlo già scritto un racconto. Anzi, il racconto della Festa.
Ma non è possibile, altrimenti qualcuno l'avrebbe letto. O no? 
"E certo che no, mica te la canti e te la suoni?", mi fa notare un amico: già gli Amici. 
Delle due sempre l'una, e qualcosa mi dice che lo scopriremo solo vivendo se l'una o l'altra.
E mi dice anche che mai frase fatta fu più azzeccata, intonata direi. 
                                                                                                                         
                                                                                                                         .r