mercoledì 24 agosto 2011

Il lunedì comincia sempre la domenica pomeriggio

...la vita non fa notizia, parte terza.

Agosto. Caldo, afa e umidità record. Fuori 37 ° gradi all'ombra, quasi 31 ° in casa. Non una pertubazione, né una nuvola in giro o un alito di vento. Ma è lunedì. E ZBAM,  qualcosa sbatte!! Che Eolo si sia svegliato o meglio abbia deciso di tornare dall'Africa? Non mi alzo. Poi cambio idea: OPS, OOOPS!!!
"E ora che faccio...", penso: MUMBLE, MUMBLE, E MUMBLE! 
L'unica cosa che dovrei fare, aprire la porta, non si può fare. Pertanto, mi prenderei a schiaffi. Alzo lo sguardo e incrocio quello di mio padre che non si spiega perché mai io stia davanti ad una porta chiusa, senza aprirla, visto l'aria che tira.
"Non si apre", anticipo la domanda.
"EMM?", mi guarda perplesso.
"No, è che c'è il quadro dietro...".
Alza gli occhi al cielo, in cerca di una risposta ad una domanda ricorrente: "ma perché non ti stai mai ferma?". 
Vagli a spiegare che stavolta non c'entro niente. Anche se mamma, da buona Sibilla, me l'aveva detto: "se aspetti ancora un pò, finisce che si rompe...".
Già. Inutile piangere sul latte macchiato, o versato: all'arrivo di mio fratello, la camera chiusa è la sua, mancano due ore. E io ce la posso fare. Di mamma e del suo arrivo, mi preoccuperò alla fine della storia, comunque vada: ho tempo fino alle 8, fa "la lunga".
A sangue freddo, tento l'impossibile: aprire la porta senza rompere il quadro comodamente adagiato sul retro. Fallisco. Ritento, armata di bastone per le tende. Che provo a far passare dall'alto in modo da far presa sul quadro in qualche modo, ma non ci arrivo. Prendo la scala, salgo e scopro che il bastone è corto, non lo vede proprio il quadro. Niente da fare. E il tempo stringe, ma la soluzione è dietro l'angolo: lo sento. Non la mia, ma la sua idea, di papà, si rivela vincente: forzare la porta. 
STAK, qualcosa di rompe. PATA PUM CRASH, e più di qualcosa si rompe e va in frantumi!!!
SIC(k)! SOB!! 
Tutto sommato è andata bene: non resta che raccogliere i cocci. E far sparire le tracce, i mille pezzi di vetro. Certo se l'avessi appeso quando l'ho tolto dalla parete per fare spazio all'ennesima libreria, invece di appoggiarlo dietro la porta della camera di mio fratello, ora vento d'Estate, io vado al mare, voi che fate?
Ma era LU, LU, LU nedì 22.  E Bubù... Settete: io il lunedì riposo. 
Perché mai? 
E me lo chiedi pure? 
Ma è chiaro, perché ne combino di ogni e/o mi capita la qualunque. 
Come quella volta che spensi la sveglia: "Tanto che mai potrà succedere, oggi è Lunedì*", pensai. Non solo, la spensi, ma una volta in piedi non accesi subito il telefono che... mai poteva succedere. Quando finalmente uscii e accesi il telefono: Bip, Bip, Bip e ancora Bip!!!
"Buongiorno, dimmi?", nel richiamare le telefonate perse.
"66 coltellate... un omicidio... passionale...via Badino... Terracina...Rai 1, Canale 5... ci sei?".
"Sì, arrivo", farfuglio. 
* "La corta", così si chiama il riposo settimanale in gergo giornalistico, in Estate era di Domenica, uguale per tutti. E al posto del quotidiano, il Lunedì usciva il Tam: la rivista del Territorio.


Il fattaccio


Nemmeno il caffè. Che prendo sul posto, fotosegnalata. 
Lo so cosa vi passa per la testa: "ma come sulla scena di un crimine, efferato per di più, pensi al caffè? Insensibile, per non dire crudele".
"No, è che ci si fa l'abitudine. Credetemi: io stesso facevo fatica a crederci, ma succede".
Ennesima scarica: FLASH, FLASH!!! 
E di BLA, BLA, BLA, BLA a ripetizione.








DRIN, DRIN: "no, la Nera", penso. Ma rispondo e scopro che la conferenza stampa è a Latina, al Comando dei Carabinieri: "salva", penso mentre tiro un sospiro di sollievo. "Vado via.. non scrivo io", spiego mentre saluto gli altri.
Non poteva essere: dei FATTI di CRONACA se ne occupano da Latina sempre o quasi. Se non che, quello sarebbero stato uno di quei rari giorni in cui l'eccezione conferma la regola del "quasi sempre", ma io non lo sapevo ancora. L'avrei scoperto di lì a poco, mentre avevo ripreso i miei "giri" per la pagina di Terracina, lo speciale era affar loro, della redazione.
DRIN, DRIN, DRINNN: Il caporedattore??? Che fa chiama? Invece che dopo le 5 p.m. un quarto all'1 sempre p.m.??? Che altro è successo"  nonostante i cattivi pensieri rispondo.
"Ri, mi ha chiamato il Direttore: facciamo due pagine di Speciale..."
"Ok, quindi si prende anche la pagina di Terracina...e io non scrivo: nessun problema"
"Ma che hai capito: no, scrivi le due pagine più la pagina di Terracina in condominio con Sabaudia. Poi ti chiama la Nera per le battute etc... ci sei?".
"Sì, ma avevo capito che l'omicidio Femiano non era affar mio..."
"E di chi? Non è successo a Terracina?"
"Sì, ma altre volte..."
"Lascia perdere le altre volte e pensa a cosa mettere in pagina".
Io(e la Nera) speriamo che me la cavo.

pag 3
pag 2





















E comunque questa era la cronaca di un altro dei miei lunedì: altro che il fidanzato parrucchiere, come diceva il Capo*, redattore s'intende, che non si spiegava i miei Lunedì di corta. 

                                                                                   . R

* Il Capo vero, il direttore s'intende, l'ho visto 3/4 volte. Parlato "vis a vis" 3, di volte. 
E sentito al telefono 2, sempre di volte. E 1, delle volte, mi ha chiamato di domenica per il lunedì che comincia sempre la domenica pomeriggio.

                                                                                                           .r