giovedì 14 luglio 2011

Ipse dixit, pixie e dixie



Terracina 2011, un pianto amaro.
Il nuovo Sindaco si presenta, che ne sarà di noi.
il punto erre
All'alba di un nuovo giorno. Quale destino ci aspetta? L'incubo peggiore, fatto mesi prima, è che a vincere non siano sempre gli stessi, ma gli altri: il nuovo che avanza, a sinistra. Con il bastone e la stampella. Alla tarda età, la politica. Le solite facce di sempre, come se fossero stati altrove fino ad ieri. Invece che in maggioranza prima, e all'opposizione poi. Perché dalla sinistra, la mia parte, che fin'ora ho votato scegliendo il meno peggio e turandomi il naso, e vorrei ancora votare, anche se fa di tutto e di più affinché io scelga di stare alla larga dalle urne, mi aspetto, anzi pretendo che mi dica non "qualcosa di sinistra", per carità lo so che è chiedere troppo; e non contro chi e cosa è, che lo so. Ma quale città vorrebbe. Se fatta di muri, case su case, o di spazi aperti. Di marciapiedi su cui sia possibile camminare, invece di piste ciclabili che non ti portano da nessuna parte se non in Ospedale. Una città dove sia possibile, e non impossibile, non solo ascoltare un pò di musica, ma anche solo comprare un cd di musica, leggere un libro e vedere uno spettacolo teatrale, non il teatrino della politica. E vorrei trovare un "Giorgio De Marchis"(e "Giorgio De Marchis candidato a Sindaco") a Terracina, quando entrerà in vigore la Tia, non il deserto e il silenzio intorno a me quando c'era la Tarsu. Oggi, la vorrei una sinistra diversa. Non domani. Che tenesse il tempo, nè in ritardo, nè in anticipo. Che stesse "sulla notizia", sul territorio, tra la gente. Per non tornare a dire: "io non ci volevo venire qui". Divisa tra andare e restare, "per manifesta incapacità", preferisco leggere "per legittima difesa". Che anche gli incubi peggiori passano. Tic, tac, tic, tac... drin!!!: suona la sveglia, tempo scaduto. Oggi il nuovo Sindaco s'insedierà. E " io qualche cosa farò, sì qualche cosa farò, qualche cosa di sicuro farò: piangerò, sì io piangerò".
Terracina, via mail di Redazione, 23 dicembre 2010
Aprilia 2009, lacrime di gioia
Il Sindaco socialista di Aprilia si presenta: Avanti sempre.
tieffe
è come il primo giorno di scuola. Un’emozione che blocca la voce e il vestito buono per fare bella figura. Il consiglio di insediamento della nuova era di Aprilia è cominciato con un applauso che sembrava non finire mai. Al primo piano del palazzo comunale ci saranno 300 persone accalcate con un caldo africano che mette paura. In piazza hanno installato un maxi schermo e tantissime sedie e altrettanti cittadini sono arrivati a salutare Domenico D’Alessio sindaco. Lui entra con quel sorriso buono che conoscono tutti. Saluta, sorride, abbraccia stringe centinaia di mani. Qualcuno accenna un coro da stadio, altri gli gridano «Vai Domenico». Lo vedi dalla faccia della gente che questa città stava davvero aspettando un cambiamento. Lo vedi dall’entusiasmo dei giovanissimi consiglieri che hanno messo anche la cravatta per l’occasione e sono un po’ impacciati. A prendere le redini (in maniera un po’ incerta, ma la prima volta si perdona tutto) della presidenza del consiglio è il consigliere Roberto Boi. Il sindaco giura. Una voce impostatissima e di un tono troppo alta per soffocare l’emozione: «Giuro di essere fedele alla Costituzione italiana». E già l’ennesimo interminabile applauso. Una signora si asciuga le lacrime. Sono tutti in piedi adesso, anche quelli dell’opposizione. Negli occhi buoni di questo abruzzese coriaceo c’è tutta la fatica della gente d’Abruzzo, ma anche la vita tosta e determinata che ha portato il socialista Domenico D’Alessio a diventare sindaco della sua Aprilia. Dopo anni di lotte, di resistenza alle facili sirene di una poltroncina per qualche mese, di scelte di stare sempre dalla parte dei cittadini con le lotte sui temi caldi (acqua, turbogas, legalità su tutte) la gente ha gridato nelle urne la voglia di cambiare. E sono in tanti oggi che gridano davvero «Ce l’abbiamo fatta». Bruno Di Marcantonio (votatissimo nella lista Aprilia domani) viene eletto alla prima tornata con 24 voti favorevoli presidente del consiglio e quando Boi gli lascia il posto c’è una di quelle strette di mano da avversari non nemici. E anche qui si scatenano i battimani. La giunta molto rosa è compatta e vicina al sindaco, vero protagonista della svolta apriliana. Della rinascita di una città che ha saputo tirar fuori la testa dal fango. Ora si apre la stagione delle decisioni. Quando andiamo via salutiamo il sindaco socialista di Aprilia e lui ci risponde: «Sempre avanti».
Il Territorio 20 luglio 2009

Altro che lacrime di gioia, un pianto amaro. E pure in anticipo.
Ei fu il 15 dicembre 2010 quando una notte mi svegliai piangendo: avevo sognato il giorno dopo le elezioni a Terracina. Era un incubo. Che ce ne vuole... anche solo pensare di poter raschiare il fondo di più di “dopo di me, il nulla”. E invece, no.
Allora complice una tieffe scritta un anno prima, nel giorno dell'insediamento della giunta D'Alessio ad Aprilia, provai a scacciare via “i mostri da sotto il letto” buttando giù due righe, private, tra Streghe... o almeno così pensavo. Tanto che mi decisi: sì, cambieremo tutto . Il segretario di sicuro se non città, o almeno non subito. Da gennaio, intorno alla metà più uno(come al 51% che ti fa vincere)... della serie “anno nuovo, vita nuova”. Avevo già fatto la valigia, trovato ospitalità quando, sul treno per una nuova vita non c'è posto: figli di un Dio minore. “I biglietti – mi dice il facente funzione del capostazione a Terracina, mentre il treno per Latina riparte - sono andati a ruba da un pezzo: c'è il ritiro pre-campionato dell'A.C., non lo sai?” Mi siedo e aspetto il prossimo, di treno, mi porto avanti: “tanto qualcosa io farò, sì qualcosa io farò... piangerò” ancor prima della fine, del pezzo. Che questi erano solo i preliminari di un campionato che finirà il 15-16 maggio. Come è andata a finire? Per il Terracina è finita 20 a 4, pari pari il 2001, ma ci sono voluti due turni e un derby interno; mentre a il Latina è andata meglio, sconfitta al primo turno. E nonostante l'exploit dell'allenatore giocatore, recordman di pre(fere)senze. Ma non è andata male, anzi: potevamo vincerlo il campionato. E qualcuno pensa anche di averlo vinto. Che l'alternativa non c'era... o forse sì? Io avrei scommesso su GDM, meglio un giovane* democratico che mai. 
* Si è giovani fino a quando lo decidono loro, i grandi, che puoi diventare grande. Ci vuole calma e sangue freddo: "tempo al tempo..." - ti ripetono. Solo che passa il tempo, e per passa(il)tempo vai dietro al Forte di turno.

                                                                       .R
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Un buco, allo stomaco

Rita Alla

La rassegna stampa
Quando ti svegli con un “buco”, allo stomaco, la prima cosa che pensi è avrò mangiato poco. Così corri ai ripari con una colazione abbondante, al bar. Invece del solito caffè, aggiungo la ciambella, col “buco”. Che invece di sparire si allarga, mentre passo a leggere l'oroscopo (la scusa che uso per sfogliare i giornali senza fare la fila, un trucco del mestiere). Le solite quattro chiacchiere da bar, mi ricordano il “buco”. Eppure ho fatto una “ricca” colazione, ma come fai a riempire un “buco” da 3 milioni di euro? Tento la fortuna. Compro un gratta e vinci, di quelli per “Vivere alla grande”. Gratto uno, due, tre volte che alla fine vinco. Non 10, o 50 o 100 euro, ma 3 milioni di euro. Un sogno, solo un sogno. Mi sveglio, e non ho vinto io. Ma un signore che da giovedì sera per 20 anni riceverà 10 mila euro al mese per “vivere alla grande”. A me solo il “buco”, allo stomaco. E non è un sogno, ma la realtà. Del resto “non tutte le ciambelle riescono con il “buco”.
p.s. Buco: termine che in gergo giornalistico sta a dire che tutti giornali, tranne uno, hanno una notizia e tu hai preso" il buco". Viceversa se un giornale riporta una notizia che gli altri non hanno, allora sei tu che hai dato" il buco". 
                                                                     .R

Ei fu la mattina del 6 novembre 2010 quando, già sbirciando la rassegna stampa in Tv,  scoprii che il signor X il giorno prima era diventato milionario con un gratta e vinci. E fin qui, passi. Se non fosse che era successo a Terracina, e io non l'avevo scritto... perché non lo sapevo, mica per altro. Ecco spiegato il "buco" che al bar è diventato un "buco" allo stomaco con tutti che mi chiedevano dettagli su una vincita di cui io non ne sapevo nulla, ma davvero... e loro a dire " eh, tu lo sai e non vuoi dircelo". Una volta a casa mi venne l'idea di darla lo stesso la notizia a modo mio, anche se il giorno dopo. Tanto per ridere, e prendersi un pò in giro... che il gioco del "ce l'ho, ce l'ho, mi manca" che si fa tutte le mattine mica è una cosa seria o no?