mercoledì 13 luglio 2011

Sveglia ragazze: non è un paese per noi

Rita Alla




«Il Campiello opera prima 2010 va... a Silvia Avallone». Che sale sul palco. E la prima cosa che fa «l'ineffabile Bruno Vespa», presentatore della serata, da cronista esperto e giornalista navigato, si complimenta con l'autrice, per il suo decolletè. Dopo tante puntate di Porta a Porta, «uso ad escort e a veline», l'occhio vuole la sua parte. Anche al “Campiello del decolletè”. Che è solo una di quelle piccole grandi storie quotidiane che hanno spinto Vittoria Franco, senatrice del Pd, a scrivere “Care ragazze”, un promemoria dei tanti passi fatti dalle donne per raggiungere la parità, e dei tanti ancora da fare. Perché «i diritti delle donne non sono stati dati per natura, ma rappresentano il frutto delle lotte di generazioni diverse. E soprattutto perché si possono ancora perdere». Così Vittoria Franco ha deciso di «raccontare a chi non sa. Ricordare a chi a dimenticato». E lasciare un promemoria che faccia il punto sulle conquiste, sui diritti acquisiti. In un momento delicato, dove quello che si chiede alle donne è di «stare sedute nude e mute sulla scena»: il “velinismo”, la materia di cui sono fatti i sogni di molte delle ventenni, oggi. Che «è schiavitù, forma di dominio dell'uomo sulla donna. É vero oggi le donne occupano la scena pubblica, ma solo quella delle immagini televisive. Che distorce e favorisce la mercificazione del corpo: “tangente”, “merce di scambio” e “oggetto dei desideri”». Non padrone del proprio destino, ma soggette a vivere di luce riflessa all'ombra di un uomo potente. E mentre gli uomini invecchiano sulla scena, per le donne alle prima ruga c'è già il pit-stop dal chirurgo estetico, perennemente a dieta schiave di una bilancia: «la donna conta se è bella, se si denuda, se vende il proprio corpo». Se «vi sembra di essere pari, scoprirete la discriminazione quando farete i conti con la realtà, allora capirete che la libertà e la parità in realtà è un'illusione ottica». Sulla carta, siamo tutti uguali. Ma «i diritti acquisiti non una volta per tutte, e non scontati, se non li difendiamo, non li coltiviamo possiamo perderli nuovamente. L'impossibilità di praticarli fino in fondo li rende lettera morta». A metà tra un viaggio indietro nel tempo e una chiamata alle armi, per tenera alta la guardia: perché «è violenza anche offendere la dignità di una donna». E per non ricordarsi delle donne solo il 25 novembre o l'8 marzo. Che non è una festa. Una nota stonata, l'assenza in platea delle ragazze a cui si rivolge la Franco. Dove siete, in quale mondo vivete. Che “non è un paese per donne”, questo. La condivisione tra uomo e donna, in un altro paese, un altro modello possibile.
Le conquiste sulla carta, lettera morta nella pratica
Quante sanno che: nel 1968 l’adulterio era ritenuto un reato punibile con il carcere; nel 1975 la donna era sotto la tutela del marito e non aveva neppure diritto all’eredità; nel 1956 il marito poteva esercitare il “potere correttivo”, cioè aveva il diritto di picchiare la moglie “se sbagliava secondo la morale comune”; nel 1974 è “approvato” il divorzio; nel 1978 l’aborto diventa legale, con la legge 194; nel 1981 viene abolito il delitto d’onore, che prevedeva una pena limitata per il maschio che uccideva la moglie “sorpresa in flagranza di adulterio”. L’omicidio del marito era punito però con l’ergastolo; nel 1950, la prima legge per la tutela del posto di lavoro per la lavoratrice-madre; nel 1963, quella che vietava il licenziamento in caso di matrimonio.

I numeri che danno la pesantezza dei fatti, della realtà
Nel mondo:
  • 135 milioni - le donne e le bambine che hanno subito mutilazioni genitali
  • 2 milioni - le bambine che ogni anno subiscono mutilazioni genitali
  • 80 - l’80% dei rifugiati e sfollati presenti nel mondo è rappresentato da donne sole o con i propri figli
  • Il femminicidio è la prima causa di morte delle donne in Europa e nel Mondo
In Italia:
  • 1 su 3 - una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, in Italia è stata vittima della violenza di un uomo
  • 29 % le donne uccise in Italia dal partner o dall’ex-partner tra ottobre e novembre 2010
  • 46% la percentuale delle donne che in Italia si rivolgono ai servizi e ai centri anti violenza in Italia
  • 96% la percentuale delle donne che in Italia subiscono violenza senza denunciare per paura di ritorsioni
  • 91% la percentuale degli stupri non denunciati in Italia
  • 8 su 10 donne malmenate, ustionate o minacciate con armi aggredite tra le mure domestiche
  • 70% - il numero dei casi in cui a ottenere con la forza rapporti sessuali è il partner e il reato è reiterato
  • 24,8% - le violenze fatte da sconosciute
  • 75,2%- i casi di violenza in Italia in cui l'aggressore è un famigliare o un conoscente
  • 1 milione e 400 mila - le donne che in Italia hanno subito uno stupro prima dei 16 anni
  • 6.743.000 - le donne vittime di violenza fisica o sessuale in Italia (1 su 3 circa)
  • 1 milione e 100 mila - le donne in Italia vittime di stalking, cioè di atti persecutori
  • 1522 - il numero verde per chi è testimone o soggetto di violenza
  • 7,4% - le donne italiane che a pari livello guadagno il 17,4% in meno dei maschi
  • dal 10% al 24% - l'incremento medio del tasso di profitto di aziende-società con un amministratore donna o una maggioranza di donne in consiglio d'amministrazione
  • 98% - il numero delle donne a cui piace lavorare
  • 70% - il numero delle donne che dichiarano di faticare a conciliare famiglia e lavoro
I numeri che danno la pesantezza dei fatti, della realtà
Nel mondo:
  • 135 milioni - le donne e le bambine che hanno subito mutilazioni genitali
  • 2 milioni - le bambine che ogni anno subiscono mutilazioni genitali
  • 80 - l’80% dei rifugiati e sfollati presenti nel mondo è rappresentato da donne sole o con i propri figli
  • Il femminicidio è la prima causa di morte delle donne in Europa e nel Mondo
In Italia:
  • 1 su 3 - una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, in Italia è stata vittima della violenza di un uomo
  • 29 % le donne uccise in Italia dal partner o dall’ex-partner tra ottobre e novembre 2010
  • 46% la percentuale delle donne che in Italia si rivolgono ai servizi e ai centri anti violenza in Italia
  • 96% la percentuale delle donne che in Italia subiscono violenza senza denunciare per paura di ritorsioni
  • 91% la percentuale degli stupri non denunciati in Italia
  • 8 su 10 donne malmenate, ustionate o minacciate con armi aggredite tra le mure domestiche
  • 70% - il numero dei casi in cui a ottenere con la forza rapporti sessuali è il partner e il reato è reiterato
  • 24,8% - le violenze fatte da sconosciute
  • 75,2%- i casi di violenza in Italia in cui l'aggressore è un famigliare o un conoscente
  • 1 milione e 400 mila - le donne che in Italia hanno subito uno stupro prima dei 16 anni
  • 6.743.000 - le donne vittime di violenza fisica o sessuale in Italia (1 su 3 circa)
  • 1 milione e 100 mila - le donne in Italia vittime di stalking, cioè di atti persecutori
  • 1522 - il numero verde per chi è testimone o soggetto di violenza
  • 7,4% - le donne italiane che a pari livello guadagno il 17,4% in meno dei maschi
  • dal 10% al 24% - l'incremento medio del tasso di profitto di aziende-società con un amministratore donna o una maggioranza di donne in consiglio d'amministrazione
  • 98% - il numero delle donne a cui piace lavorare
  • 70% - il numero delle donne che dichiarano di faticare a conciliare famiglia e lavoro

"Il Tam" speciale sull'Omicidio Femiano

Ei fu il 9 dicembre 2010 credo, quando, e a pochi giorni dall'Omicidio  Femiano, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre di ogni anno , venne presentato il libro di Vittoria Franco: "Care ragazze., un promemoria..." sveglia che questo è un paese per noi - dicono loro - ma non pensato da noi. DiAdele Cambria (nella foto in alto, in basso a sinistra... vestita di verde) e le guerre quotidiane di una giornalista ribelle, ancora un altro libro tanto per esser chiari, ne parleremo un altro giorno. Di Festa, però. 

Lucciole per lanterne

Rita Alla

Che “non era un paese per donne" lo si sapeva abbondantemente. “Quote rosa” a parte, sulla bocca di tutti, non si muove una foglia: le pari opportunità sono un miraggio. Al massimo un argomento buono per tutte le stagioni che fa scattare l’applauso e nient’altro. Poi giri l’angolo, e pedala, pedala su quel che resta di una pista, anzi una corsia ciclabile visto che se sei fortunato, e il tuo angelo custode non è andato in ferie, arrivi direttamente in Ospedale senza passare dal via, una pubblicità colpisce nel segno. Lascia il segno, di un paese che normale non è. E complice il semaforo che segna rosso, guardo meglio. Che sicuramente ho preso “lucciole per lanterne”: «non è possibile- penso - oh, sì?». Se fosse vero, avrebbe dell’incredibile. Invece no: un’altra pubblicità che per far sapere ai più che dal 2 luglio iniziano i saldi, siccome la pubblicità è l’anima del commercio, non trova di meglio che "usare" le donne. Tre donne, per la precisione, che colte dall’abile occhio del fotografo mentre, con il volto coperto, di notte, sedute su un marciapiedi, si chiedono: “ma dove sono finiti gli uomini?” E dove se non in giro per negozi in cerca dell’affare: già, come ho fatto a non pensarci. Ed io che pensavo di aver visto delle “lucciole” prima di una retata. Eppure se fosse, sempre di clienti si tratta, o no? A tutelare il cliente che ha preso “lucciole per lanterne” in tempo di saldi ci pensa la guardia di finanza o i vigili urbani, alle “donne, “quote rosa” pardon o “Fattore D " non resterà che sperare in tempi migliori per fare dei “buoni affari”, visto che i saldi sono iniziati, ma in Malo modo.
Post scriptum : Se fosse una canzone sarebbe "quello che le donne non dicono" perché “cambia il vento, ma (per) noi no”. Se fossimo in Italia, e non nell’epicentro del Triangolo dei Bermuda dove oltre al quorum, è sparito pure il comitato “se non ora quando”. O forse la canzone era un’altra: "cambia il vento, cambia il tempo, fumo negli occhi..." . E dietro il mistero della scomparsa solo una montagna di capelli… ricci, ma sono quelli di Angelo Branduardi, non della Mannoia: colpa delle “lanterne al posto delle lu(c)ci(ole) sui marciapiedi”. Il che svelerebbe il qui pro quo, di un paese che però normale non è. Se in un altro paese, che dista 100 km da Terracina, sono bastate due gambe a sollevare stupore e sconcerto per un’altra pubblicità. Giudicata tanto offensiva che il comitato “se non ora quando” ha chiesto il ritiro della campagna pubblicitaria scelta per la Festa dell’Unità di Roma in cui “una ragazza tiene a bada la sua gonna corta, che rischia di sollevarsi per il vento”. E nel caso romano, c’era pure la citazione in quanto “la minigonna del manifesto non rappresenta affatto – la replica di chi quell’immagine l’ha scelta - lo stereotipo femminile della donna-oggetto, ma è anzi il simbolo di una rivoluzione di 40 anni fa, quella femminista, che ha reso le donne più libere e padrone del proprio corpo. La stessa ventata di cambiamento che avviene oggi nel nostro paese”. Da queste parti, nemmeno l’ombra di una citazione a dare ragione di una pubblicità che definire offensiva è dir poco. Uomini, in prima fila. Che “se non ora quando” chiedere il ritiro della campagna, invece di riempirsi la bocca di “quote rosa” ? Contegno, anzi decoro.
                                                                                                                                                  .R
Ei fu il 2 luglio 2011