“Camminare
è un’arte. Un’arte di conoscenza e di previsione.
Una
sollecitazione a meraviglie".
Roberto
Roversi
Le "word cloud" della Pedagnalonga |
Una
domenicA spasso, con gli occhi di chi cammina. Non di corsa, ma a
passeggio per le vie del Borgo: anche questo è la
Pedagnalonga.
Un
passo indietro.
Quando
tutto iniziò era il 1973, e la parola d’ordine era Austerity. Fu
così che gli italiani si ritrovarono a dover andare a piedi, almeno
nei giorni di festa. E questo per un piccolo “Borgo” voleva dire
una sola cosa: essere fuori dal mondo, isolati. Fu l’Austerity
quindi, a dare il via...
dalle
domeniche a piedi fino alla
Pedagnalonga
strada
facendo. Niente di più, ma nemmeno niente di meno che una domenica
diversa, un’occasione di socializzazione, festa. Per la gioia di
esserci, nonostante tutto. Un
passo avanti.
Il
21 aprile 2013, la 40° edizione della Pedagnalonga con gli occhi di
un bambino, perché ciò che si impara da piccoli non si scorda più.
Come il camminare, il costruire giorno dopo giorno, una passeggiata
all’insegna della bellezza, della spensieratezza, della leggerezza,
della condivisione, senza perdere di vista radici, impegno, arte e
cultura. Grandi e piccini insieme, all’aria aperta tra grano alto e
alberi di eucalipto, fiori di mille colori e la leggera
brezza primaverile, tra un saggio musicale e un assaggio culinario, a
passo di danza... senza correre, altrimenti avreste sbagliato
percorso: non è una gara, ma una passeggiata. Nient’altro che una
pausa dal “dover vivere”, un staccare la spina per ripartire:
come “il tempo per leggere, è sempre tempo rubato al dovere di
vivere”, e “leggere fa crescere”, così una passeggiata è
tempo rubato. A patto che partiate con il piede giusto, anzi con lo
spirito giusto: di passare una giornata in compagnia senza farvi
rovinare "la festa" da un bagaglio ingombrante, pieno di
qualunque cosa pensiate possa servirvi, cose inutili per lo più. Tra
le vie del Borgo troverete padri e figli pronti ad accogliervi, a
braccia aperte. È dal ’73 che aprono le loro case, preparano a
mano con i prodotti “locali” colazioni, pranzi e spuntini senza
mai far mancare un
sorriso gratis.
Anche solo con gli occhi. Imprevisti e possibilità di incontro,
come nel monopoli, fanno parte del gioco, della vita. Così che se
mai vi capitasse di rimanere “a piedi”, nella vita, a spasso, non
solo di domenica, sapreste guardare oltre, andare avanti, come fecero
“i borghigiani”, che si chiami “austerity”, spending review o
dissesto poco importa, a fare la differenza è la sostanza della
Pedagnalonga, è la passeggiata. Perché passeggiare, oltre ad essere
un gesto rivoluzionario, controcorrente, ieri, come oggi, è un
viaggiare a bassa velocità, è vivere a contatto con il paesaggio
circostante; è lasciarsi andare, abbandonarsi ai sapori, agli odori
e alle storie di una volta in un abbraccio, ristoratore e
rigenerante, con la natura per scoprire mondi nuovi e modi nuovi di
guardare, vedere ciò che perdiamo tutti i giorni. E non da soli, ma
insieme ad un amico, agli amici, di vecchia data o a quelli
incontrati strada facendo; alla famiglia, al compagno o alla compagna
di una vita, ai bambini, insieme insomma. Perché se c’è un
segreto è questo: il darsi la mano, di generazioni in generazione,
senza lasciare nessuno indietro. Gli organizzatori di oggi, sono i
bambini di ieri, di padre in figlio, di pedagnalonga in pedagnalonga.
Passeggiare, camminare, se ci pensate bene, è un po’ costruire,
non palazzi, ma luoghi fertili di intrecci tra grandi e piccini,
donne e uomini; luoghi significativi di scambio dove circolano
parole, idee, impreviste possibilità per ritrovare se stessi o
sperimentare il piacere dell’incontro con l’altro e con il mondo,
della scoperta dell’altro. E passo dopo passo lo sguardo si ferma
sulle piccole cose, imparando a (ri)conoscere il proprio quartiere,
la propria città, parlando e pensando al ritmo lento dei propri
passi. Se a spingervi fosse altro, la semplice curiosità si sapere
se Hermada si scrive con l’H o senza; la voglia di (ri)trovare, i
segni, sparsi qua e là durante la passeggiata, di cos’era il Borgo
prima della Bonifica per saperne di più su di luoghi che dietro
“nomi, cose e città” nascondono un pezzo di storia non da poco,
e “la storia siamo noi”, non importa: “l’importante è
partecipare”. E in un attimo sarete
all’arrivo,
alla fine di questo viaggio. Non serve molto vero? Se ci pensate,
basta fare come i bambini: «I
bambini decidono loro quando camminare e quando fermarsi. Non sono
interessati alla meta, la loro meta è il qui e ora, ogni sasso, ogni
rametto, ogni distrazione è motivo di sosta e di gioco…».
Non resta che viverla. L’appuntamento è in Piazza IV Novembre,
alle 9 di domenica 21 aprile... io ci sarò, e voi? Spero di
incontrarvi.
.R